Lasciatemi andare
è il mio momento
appoggio i miei piedi ad un filo
il desiderio di un mago
che ferma il tempo e vi strega
sul filo sospeso
e la terra mi danza vicino
chiudo le braccia e mi inchino
sono il vostro ballerino sul filo
Una volta sola
e poi mai più
sento salire i rumori
la città mi saluta
ma io vivo solo sul filo
questo tempo finisce con me
se insieme cominciamo a girare
con il fiato sospeso
danzo nel cielo
Sono le mani di un padre
la luce e l'ombra di un bacio
Sono il vento vicino
che torna e ci lascia veloce
Sono il tempo sospeso
perché qui non si tocca mai terra
un sogno sognato ogni notte finisce
se la realtà lo rapisce.
Il mio primo passo
tra due mondi lontani
unisco il cielo e la terra
dall'altra parte del mondo
chiudo le braccia e mi inchino
Sono le mani di un padre
la luce e l'ombra di un bacio
Sono il vento vicino
che torna e ci lascia veloce
Sono il tempo sospeso
perché qui non si tocca mai terra
un sogno sognato ogni notte finisce
se la realtà lo rapisce.
Stelle che in serena formazione
Inutilmente aspettano
Che io alzi gli occhi e misuri
In un duello ingiusto la mia piccola infinità
Perché forse
È impossibile
Sono occhi che non guardano negli occhi i tuoi
Le parole quelle che vorrei solo certe notti
Sono occhi che non guardano negli occhi i tuoi
e la testa chiusa dentro ad una cassa vuota che batte
Presenze che non hanno battiti
E inutilmente esistono
Ma io alzo gli occhi e li osservo
Se mi avvicino sento che non hanno identità
Perché forse
È impossibile
Sono occhi che non guardano negli occhi i tuoi
e la testa chiusa dentro ad una cassa vuota che batte
Sono occhi che non guardano negli occhi i tuoi
Le parole quelle che vorrei solo certe notti
Se puoi
Avvicina la tua bocca
Alla mia e respira
Il mio stesso spazio adesso
Se riesci
Abbracciami anche solo
Lontano e senza fiato
Dimmi che hai sbagliato adesso
Con un gesto
Hai imparato
Che ci sono anch’io
Perché forse il silenzio
E poi di nuovo noi
Perché forse il silenzio e noi
Se riesci
Abbracciami anche solo
Lontano e senza fiato
Dimmi che hai sbagliato adesso
Se vuoi avvicina la tua bocca a me
E respira il mio stesso spazio
Il mio stesso spazio
Con un gesto
Hai imparato
Che ci sono anch'io
Perché forse il silenzio
E poi di nuovo noi
E poi e poi anche di noi
Troppo presto
Hai parlato
Sto in silenzio anch'io
Se lasci fare al vento
E poi di nuovo a noi
Se lasci fare al vento e a noi
Se puoi
avvicina la tua bocca
Verso me e racconta
Chi ci ha liberati e persi
Se riesci
Lasciami anche solo
Lontano e senza fiato
Dimmi chi ha sbagliato adesso
Sola
Ti volti per cercare
Qualcos’altro più lontano
Mi domando
Se davvero non puoi più guardarmi come prima
Quanta luce
Mi copro gli occhi con la mano immaginando
Di guardarti
di nascosto da lontano
Sola
Corri per la strada per dimenticare
Ma qualcuno si avvicina
Che ora è
Mi accorgo che i ricordi non mi fanno molto male e poi
Ridiamo
Di un’altra nuova vita che veloce appare
Mentre sto fumando
Ingannando il mio cervello a non pensarti più
Accarezzami
Senza avvicinarti
Io ti cercherò
Dentro i nostri sogni
Allontanandoti
Puoi vedermi anche ad occhi chiusi
Non credo
più neanche a una parola che mi dici
ma resisto immaginando
che vivi
amando più te stessa se io non ci sono
Potrai sempre
contare sulla mia distanza
mentre sto fumando
e scrivo nel cervello che non ti amo più
Rit.
Non è vero
Che sei uscita dalla testa senza farmi male
Son sicuro che se vai lontano io ti sento ancora mia
Rit.
Prodotto da Stefano Clessi
Produzione artistica, registrazioni & mix: Matteo Cantaluppi @ Mono Studio
Voci registrate da Matteo Cantaluppi @ Eclectic Lab Studio
Masterizzato da Claudio Giussani @ Nautilus Milano
1/2/4/ Musica e testi di P. Cattaneo
3/ Musica di P. Cattaneo, testo di P. Cattaneo e A. Amati
Hanno giocato:
Paolo Cattaneo: Voci, Celesta, Wurlitzer
Matteo Cantaluppi: Chitarre, Bassi, Synth, Wurlitzer, Mandolino, Batterie, Programmazioni
Stefano Clessi: Batterie, Percussioni
Giuliano Dottori: Chitarre
Fulvio Sigurtà: Tromba
Grazie a Giovanni Peli per le preziose parole
Un ringraziamento speciale a Luciana Landolfi e al suo libro “La memoria degli specchi”,
fonte e materia di ispirazione
Foto di copertina e servizio fotografico : Serena Clessi
Ufficio stampa: Annalisa Corbo e Rossella Savino – Nota Bene Comunicazione
Edizioni : Eclectic Circus
℗ & © 2011 Eclectic Circus
www.eclectic-circus.com
info@eclectic-circus.com
“ l’EP è breve, ma intenso veicolo di traiettorie aeree, in volo, formato da quattro gioielli . Opera di un autore da (ri)scoprire, fin dal 1995 sulla breccia quando uscì il suo album d’esordio… carico di talento, finora reso poco visibile nel maelstrom discografico che soffoca paludoso. Ma ne risale a colpi di ali e di vento, Paolo Cattaneo, col suo “Il gioco”, tutto da ascoltare e riascoltare “. (Il Mucchio)
“…Un artista solitamente crepuscolare e intimista che riscopre l’aspetto giocoso della musica ..”. (Rolling Stone)
“ Cos’altro dire di Paolo Cattaneo che già non sia stato scritto su queste pagine? Chi è attento alle evoluzioni del cantautorato italiano sa già che si tratta dell’interprete più talentuoso sulla piazza. Chi non ne ha mai sentito parlare, invece, può partire tranquillamente dall’EP “Il Gioco” e rimanere coinvolto dal senso di meraviglia che accompagna ogni nota pensata e scandita”. (Rockit)
“ Se avete un occhio di riguardo per il cantautorato italiano non fatevi sfuggire questo meraviglioso quartetto di canzoni. Nel caso invece non vi siate mai prima d’ora addentrati in questo genere, non vedo modo migliore per potervene innamorare”. (Indieforbunnies)
“Un ep che consacra Paolo come l’ artista più promettente del panorama musicale italiano, e che ci lascia sospesi a mezz’aria, vivendo la nostra vita tra il sogno e la realtà proprio come nel pezzo “l’uomo sul filo”. (Jay Mag)
Un pregevole piccolo ep di pop d’autore elegante e soffuso. (l’Unità)
Quattro tracce per riprendere il percorso già intrapreso, con gli stessi battiti, ma con una leggerezza disarmante, sapiente in ogni sua espressione. Si scoprono finalmente le carte: Paolo Cattaneo ha sempre fatto pop, anche se in una tenuta spiritualizzata, fortificata da orgoglio filosofico. La novità è che adesso sembra poterlo fare meglio di tutti. (L’Isola)