Passi leggeri
nella notte
straripante
di ovatta
e nel sonno di tutti
mi incorono regina
della mia serenità.
Odore di pioggia sull'erba
odore di mare tra le dita
respirare il tuo fiato
ridandoti il mio.
E' un desiderio,
il passo
che giustifica il tempo.
E’ un imprevisto
il gesto
che scolpisce un momento.
Dimmi dov’è la verità
in questo buco di città
se faccio un passo io mi perdo.
Nello specchio sembri tu
le prime rughe sono luci
vuoi me ma credi sia diverso.
Vieni qui
e dammi un’altra verità.
Sarò come vuoi tu.
Questa attesa
mi brucia.
Mi fa capire che non ho mai creduto in niente
mi fa capire che non conosco le parole
per dirti che ho tanta forza nelle mani.
Dilla a un sordo e io la riconoscerò
la verità.
Dimmi dov’è la verità
e quando ricomincerò
a colorare i quatto muri.
Tu non hai sbagliato niente
si raffreddano i miei sogni
e sono pronto ad ascoltare.
Vieni qui
e dammi un’altra verità.
Sarò come vuoi tu.
Questa attesa
mi brucia.
Mi fa capire che non ho mai creduto in niente
mi fa capire che non conosco le parole
per dirti che ho tanta forza nelle mani.
Dilla a un sordo e io la riconoscerò
la verità.
In posa il cielo fissa me
Mi sveglia da un sonno inutile
L’oceano annega un sogno che
Resiste e non ha limiti.
Volo via e cado lontano da qui
Dove i coralli e la neve e le rose
Sono parte di me.
Resto in silenzio
e ascolto il rumore
che porto con me:
non ho più paura.
Straniera e irraggiungibile
La terra che ci fa ridere
Farfalla mai presa e fragile
Mi guardi e aspetti immobile.
Vola via e cadi lontano da qui
Dove i colori e i riflessi e il profumo
Sono parte di te.
Resto in silenzio
e ascolto il rumore
che porto con me:
non ho più paura.
La paura del fuoco Resta solo un sogno,
divampa nei miei occhi e li trasforma in cenere.
Scordati l’istinto Sono ancora uomo,
resto senza peso e raggiungo il ventre.
Buffo re di latta Forse sono solo,
nel mondo che non c’è respira il mio destino.
Le mie braccia in acqua E la testa in volo,
soffio fuori fumo e asciugo le tue verità.
E ti chiedo Ma chi sei?
Ma chi sei?
Senza cognizione Perdo il mio sentiero
Oltre il confine Sono senza identità.
Privo di ragione Resto ancora uomo
Apro uno spiraglio Cerco il mio futuro.
Alba senza luce Son di nuovo solo
Nel mondo che non c’è Ferma il mio cammino.
Scivolo nel vuoto Dietro solo il buio
Sono senza fiato Attendo il giorno che verrà.
E ti chiedo Ma chi sei?
Ma chi sei?
Ormai ci sono dei ricordi
che sembrano lontani
il tuo nome è una promessa
sei esposta ai capricci del cielo.
Per questo la tua storia non mi interessa più
le tue voglie il tuo dio l’identità segreta
non mi interessa più.
Respira.
Con me.
Col mio ritmo.
E tu mi dici
che vuoi un mondo tuo
è una scatola rubata
dove fingi di volare.
Per questo la tua storia non mi interessa più
le tue voglie il tuo dio l’identità segreta
non mi interessa più.
Respira.
Con me.
Col mio ritmo.
Rimani.
Con me.
Col mio ritmo.
Avranno il valore di queste note
le alterazioni improvvise d’umore
gli spazi riempiti e caselle vuote:
labirinti nel cuore del motore.
Icaro diverrà il nome migliore
mi guardo le ali da tempo riposte
come un bambino che ha fatto rumore
rido di me che ho in faccia la morte.
neurovegetale
I mille nomi che ho dato all’amore
van cancellati coi dolci ricordi.
Posso volare in ogni futuro:
so che i miei sogni son solo due accordi
neurovegetale
I mille libri che amerò per sempre
tengono dritta la stanza che si stringe
non se ne va il tuo profumo da poco
o sono io impregnato di fumo.
Certi gatti che mi prendono in giro
hanno le ore contate se li prendo
loro vivono giorno per giorno
e muoiono senza clamore.
Finirò come una nota
con uno strascico stonato nell’eco
rimarrò come un brutto ricordo
un rimorso di coscienza
che dura poco.
Ho avuto donne piene di ironia
passavano a palparmi il mio niente
nessuna mi ha tolto la nostalgia
il mio passato non c’è ma è invadente.
Finirò come una nota
con uno strascico stonato nell’eco
rimarrò come un brutto ricordo
un rimorso di coscienza
che dura poco.
L’astronave stasera si chiama “speranza”
E il rumore di certi tacchi
Non si confonde più.
Fisarmoniche e cibi pesanti
L’Italia ci sta stretta
Sappiamo bene perchè.
Sto seduto e guardo in alto
Spengo il soffitto che fa chiasso
E penso “quando starò meglio
farò anche a meno di te”.
Quello vecchio è buono ancora,
Quando guardo coi tuoi occhi
Sapessi che luce
Sto seduto e guardo in alto
Spengo il soffitto che fa chiasso
E penso “quando starò meglio
farò anche a meno di te”.
Ti porterò nello spazio infinito
dove tutto è immobile e deserto
Produzione Artistica e arrangiamenti: Paolo Cattaneo
Musica di Paolo Cattaneo
Testi di Giovanni Peli
(eccetto 5 e 9 di Cinzia Riviera)
Registrato da Paolo Cattaneo – primavera 2006
Mixato da Paolo Costola presso MacWave www.macwavestudios.com
Masterizzato da Marco Tagliola
Coproduzione artistica: Paolo Costola
Produttore esecutivo: Laura Cattaneo
Un disco Omargru
Idee grafiche: La Stanza Bordeaux – www.lastanzabordeaux.it
Edizioni Musicali: Shinseiki – www.shinseiki.it
Distribuito da V2/Edel
CREDITI CD:
Paolo Cattaneo – voce e piano elettrico
Maurizio Rinaldi – chitarra elettrica
Emanuele Maniscalco – batteria e pianoforte
Giulio Corini – contrabbasso
Andrea Nones – elettronica
Walter Beltrami – chitarra elettrica
Daniel Kinzelman – clarinetto
Fulvio Sigurtà – tromba
Daniela Savoldi – violoncello
Un bignami che in appena nove episodi riesce a ridefinire il concetto stesso di musica leggera italiana… un viaggio di malinconia e speranza che ti ci perderesti dentro per lasciarti andare come corrente di un fiume… (SentireAscoltare)
Un’esperienza che ammutolisce, un invito al silenzio e al raccoglimento interiore… grazia compositiva che solo un poeta è in grado di trasmettere. Un album dai colori invernali ma dal tono caldo e intimista. (RockLab)
Dischi come questo fanno sperare. Prima stupiscono, poi ammaliano, poi fanno sperare. …quando ci si lascia penetrare, quando al primo ascolto ne segue un secondo, ed un terzo, dopo non se ne può più fare a meno. (MusicMap)
La raffinatezza e l’eleganza della band non obbligano a trattenere il respiro: il risultato è minimale e permette di godere delle sfumature dei singoli strumenti, dello spazio e delle suggestioni che le canzoni possiedono…. equilibrio, personalità e influssi alti (Radiohead, Mum, Unkle, jazz, classica e un’esistenzialismo alla Kieslowski) lo rendono un esordio raro. (Mescalina)
…è un album prodotto egregiamente in cui la cura per il dettaglio acustico regala forza ed eleganza. Notturno, invernale, introspettivo fino al punto di sentirsi risucchiati dalle metafore dei testi, è un album che viaggia sui sentieri dell’anima dell’autore. (Impatto Sonoro)
…è un disco molto versatile e policromatico, con un cammino fatto di emozioni che emozionano, che trasmettono sia al cuore che alla mente paesaggi sonori raffinatissimi. (Gufetto)
Le sue canzoni mettono insieme mente ed anima. I suoi pezzi permettono di riflettere. La sua voce appare adeguata a questi brani assai originali. Difficile non apprezzare questo Cd molto diverso da tanta musica commerciale odierna, ma incredibilmente potente. (Babylonbus)
… un disco onirico e rarefatto. Sospeso fra la terra e il cielo: così come la condizione umana insegna. Bello, bello, bello. (Rumore)
Sintesi matura e completa di un percorso artistico articolato e non sempre facile, finalmente sfociato in una delle opere più convincenti ed interessanti prodotte nella storia recente della canzone d’autore italiana. (Bresciaoggi)
…un intreccio suggestivo e affascinante… parole piene di significato che camminano sopra le musiche con “passi leggeri”. Con grazia e caparbietà, ovvero con ciò che serve … a realizzare uno dei migliori dischi di questo inizio d’anno. (Rockit)